Tre Commissioni “pesi massimi” in seno al Parlamento Europeo hanno espresso oggi le loro raccomandazioni di voto sull’ACTA. Tutti e tre hanno dato la stessa raccomandazione: respingere ACTA. Ciò significa che oggi, il Parlamento Europeo ha inferto tre colpi molto duri contro ACTA.
Quello che è successo oggi è il primo passo di una lunga catena che terminerà con la votazione finale di tutto il Parlamento Europeo, voto col quale ACTA vivrà o morirà alla fine. Se viene sconfitto sul pavimento del Parlamento Europeo, allora è un definitivamente finito. Boom, colpito e affondato … Ma sulla via di quel voto, un certo numero di Commissioni specializzate diranno quello che pensano dalla loro prospettiva.
La Commissione che “possiede” la questione dell’ACTA, la cosiddetta Commissione INTA (Commercio Internazionale), è la commissione che darà la raccomandazione finale al Parlamento Europeo nel suo complesso. Ma come input per la raccomandazione INTA, altre quattro Commissioni diranno quello che pensano. Tre di queste – ITRE (Industria, Ricerca, Energia), JURI (Affari Legali) e LIBE (Libertà Civili) – hanno votato oggi.
Tutte hanno votato raccomandando il rifiuto dell’ACTA e quindi, di fatto, raccomandando che il Parlamento Europeo lo cancelli definitivamente. Ma tutto questo è accaduto con margini molto stretti, sfidando attacchi di trucchi procedurali e tentativi di ritardare il voto, il che fa capire che il gioco è tutt’altro che finito.
Eppure, è un segno dei tempi che cambiano. Invece di emendamenti declamati, minuzie politiche dettagliate e conteggio dei voti, mi piacerebbe dare uno sguardo al quadro più generale.
Forse la più forte indicazione di quanto i tempi stanno cambiando è il fatto che i massimalisti del monopolio – quei politici che sono saldamente piantati in ruoli corporativi – hanno sempre avuto la strada spianata, in particolare nella commissione Affari Giuridici, che è piena di azzeccagarbugli. Contemporaneamente, pirata è una parola sporca, quasi sinonimo di criminale. Confrontate i primi due voti di oggi, nelle Commissioni Industria e Affari legali e i deputati del Parlamento europeo che erano preposti alla redazione dei pareri dei comitati:
Vedere un rappresentante Pirata ottenere il suo parere (“Rifiutare ACTA”), votato alla fase successiva, mentre il parere (“accettare, abbracciare, e l’amore ACTA”) della massimalista del copyright viene abbattuto in Commissione Giuridica, è una decisa rottura di un cruciale punto di svolta.
La battaglia contro ACTA nel suo insieme è però tutt’altro che finita. Le maggioranze erano strette. E la guerra globale alle libertà della Rete, al di là dell’ACTA, è sicuramente lungi dall’essere conclusa. Volevo solo evidenziare come sia simbolico che il testo leglislative scritto dai pirati si sia ormai realizzato.
Oggi, abbiamo avuto tre importanti vittorie in scontri individuali.
Nei prossimi giorni, la Commissione DEVE – Sviluppo (Terzo Mondo) – voterà sull’ACTA, il 4 giugno. Il voto della Commissione INTA, il passo finale prima del voto principale, si terrà il 21 giugno. Quindi, il Parlamento Europeo nella sua interezza voterà nei primi di luglio – presumibilmente il 2, 3, 4 o 5. Questa sarà la battaglia con il Boss del livello finale.
Stiamo vincendo, ma solo perché stiamo lottando duramente per vincere. Non è finita.
Io ho lavorato in passato con il diritto d’autore, e vorrei riprendere a farlo sia come imprenditore sia come autore. Non credo proprio che ACTA sia la risposta giusta per difendere il diritto del mio lavoro, si tratta di un mezzo massimalista e incapace di considerare le molte facce della creatività.
Sono anche un ideatore di apparecchiature, ho due brevetti di invenzione di sistemi a microprocessore, conosco quindi l’aspetto non solo dal punto di vista artistico ma anche da quello della tecnologia e della invenzione industriale.