Perché Google non è un motore di ricerca ma un'agenzia giornalistica investigativa, e perché questo è importante.

Google è stato a lungo il “motore di ricerca” numero uno. Forse questo è il modo del tutto sbagliato di considerare il servizio, poiché comporta una serie di conseguenze indesiderate e legalmente sbagliate. Dopo tutto, il termine “motore di ricerca” era una parola inventata sul momento nell’era delle dotcom. Bisognerebbe considerare di dare un titolo completamente diverso al lavoro che Google fa fin da allora.

Quando Google è stato lanciato, si era nel bel mezzo del boom delle dotcom – e tutti si facevano chiamare con qualcosa che non era una tradizionale qualifica da lavoro analogico, proprio per sottolineare quanto tutti fossero “nuovi”, “dotcom”, “digitali”. E in qualche misura, ciò che Google faceva era nuovo – ma non nelle sue caratteristiche, proprio nell’esecuzione, nelle attrezzature, e in efficienza. Per sottolineare la sua efficienza nel cercare nel mondo i fatti relativi ad un argomento, Google è stato chiamato un “motore di ricerca”.

Quello che fa Google è di trovare tonnellate di materiale relativo ad un argomento specifico, giudicare la loro rilevanza, e presentare una relazione al riguardo. Abbiamo avuto professionisti per secoli che facevano esattamente questo. Che chiamiamo giornalisti investigativi.

Non si chiama automobile qualcosa di radicalmente diverso da un’ “automobile” solo perché va molto, molto più veloce ed è più economica rispetto alla precedente generazione di automobili. Un’automobile di nuova generazione può essere attraente, soddisfare molte richieste, e desiderabile, ma è ancora un’automobile. Allo stesso modo, quello che a Google stanno facendo è ancora giornalismo investigativo: ricercano il mondo su tutto ciò che le persone dicono o scrivono legate ad un argomento specifico, e poi ne presentano una relazione. Il fatto che il giornalismo in questione sia incredibilmente veloce – millisecondi invece che settimane – non influisce nel tipo fondamentale di lavoro che viene eseguito.

Il motivo per cui questo è importante è che il termine “giornalismo” ha una posizione legale di lunga data nel diritto, mentre tutti i titoli lavorativi inventati al momento della bolla dotcom non ne hanno. La protezione Costituzionale per l’attività giornalistica che Google sta eseguendo è datata dal lontano 1766, di gran lunga antecedente la bolla delle dotcom (e l’energia elettrica, se è per questo).

Questo è importante, perché alcune industrie obsolete hanno iniziato a chiedere che Google cambi i suoi “risultati della ricerca” – più accuratamente definibili come report giornalistici – per presentare una visione distorta della realtà, piuttosto che la verità giornalistica. Più precisamente, l’industria del copyright sta chiedendo a Google che solo perché un sacco di persone stanno parlando della condivisione della cultura e della conoscenza in violazione ai loro monopoli, questo non significa che a Google dovrebbe essere consentito di riportare accuratamente questo fatto, perché così facendo mostrano l’industria del copyright come incompetente.

Questo deve essere visto alla luce del fatto che Google fa giornalismo investigativo.

Quando l’industria del copyright chiede a Google di censurare i “risultati della ricerca” dai loro rapporti investigativi, chiede all’agenzia di stampa investigativa di alterare le proprie scoperte giornalistiche perché capita che tali constatazioni di fatto siano brutalmente imbarazzanti per l’industria del copyright. Inoltre, l’industria del copyright chiede anche che l’agenzia di stampa debba mentire al pubblico su come il mondo effettivamente appaia.

Ciò dimostra quanto sia oscenamente ripugnante il comportamento dell’industria del copyright. Nessuno oserebbe sognarsi di chiedere a un giornalista investigativo di alterare le proprie scoperte giornalistiche solo perché il risultato di tali accertamenti sembra essere scomodo per un settore particolare, mettendo la sua incompetenza alla luce del sole. Ebbene, nessuno, tranne l’industria del copyright, evidentemente.

Traduzione a cura di Mauro Pirata del Partito Pirata Italiano

Rick Falkvinge

Rick is the founder of the first Pirate Party and a low-altitude motorcycle pilot. He lives on Alexanderplatz in Berlin, Germany, roasts his own coffee, and as of right now (2019-2020) is taking a little break.
arrow